Il proprietario di Ottana Energia contesta le conclusioni della Procura di Nuoro che lo indagato, insieme al caporeparto dell'impianto, Mario Tatti, proprio in relazione ai problemi ambientali della zona. "E' il caso di precisare - spiega Clivati - che i soggetti personalmente coinvolti nell'indagine avranno modo di svolgere compiute difese nel pieno contraddittorio del processo. In questa occasione si potrà evidenziare l'erroneità ed incongruenza delle conclusioni alle quali hanno ritenuto di pervenire i Consulenti di parte del Pm". L'inchiesta della Procura è stata coordinata dal sostituto procuratore Andrea Vacca. I risultati delle perizie tecniche avvalorerebbero un legame tra lo scoppio avvenuto nella centrale elettrica il 13 aprile 2013 e l'inquinamento nella piana di Ottana. Il primo punto che il patron di Ottana Energia mette in evidenza è un passaggio della relazione dei periti che "esclude la presenza di un pericolo per la salute per le persone e gli animali residenti o stanzianti nelle aree indagate". Una conclusione cui tempo addietro, sottolinea Clivati, era pervenuto anche dall'Istituto Zooprofilattico di Sassari. "Ed è sempre la medesima perizia dei tecnici del Pm - prosegue l'imprenditore - a mettere in dubbio che il materiale rinvenuto possa aver contaminato l'acqua e le falde circostanti. Un fatto già verificato a dalle analisi accurate del Corpo Forestale all'epoca dei fatti". Inoltre la teoria dell'esplosione della caldaia, secondo Clivati, non sarebbe sostenibile.
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