Il progetto del Galsi, circa ottocento chilometri di gasdotto (di cui si parla da anni), è arrivato al capolinea prima ancora di partire. "La Giunta regionale dice addio al Galsi e la Sardegna cerca soluzioni alternative. Una resa, dunque, un addio alla metanizzazione dell'Isola, un ulteriore aumento del gap infrastrutturale. Uno spreco di denaro pubblico, l'ennesimo, che fa gridare allo scandalo". Lo denuncia il coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa, che annuncia la presentazione di una mozione con richiesta di seduta straordinaria del Consiglio regionale.

LE PAROLE DELL'ASSESSORE - "Il Galsi, il metanodotto dall'Algeria, non riusciremo a farlo. Sono cambiati gli scenari e oggi una scelta del genere, indubbiamente, ci vincolerebbe troppo con quel paese. La possibilità di utilizzo di altre modalità consentirebbe un risparmio e il gas potrebbe essere acquistato lì dove costa meno". Parole dell'assessore regionale dell'Industria Maria Grazia Piras che mercoledì nei locali del Bistrot Fratelli Tola a Sassari, è intervenuta a un convegno.

LA DENUNCIA DEI RIFORMATORI - Oggi l'ultima presa di posizione sul tema. "Siamo di fronte a uno smacco per la nostra Isola - ha denunciato Cossa - e restiamo sconcertati davanti a una Giunta che assiste senza far nulla a un vero e proprio scippo ai danni della Sardegna e delle tasche dei sardi". Cossa ha ricordato inoltre che la Sardegna è l'unica regione ancora a non avere il metano e questa porta famiglie e imprese a pagare il gas e l'energia molto di più che nel resto d'Italia. "Siamo allibiti dal silenzio di una Giunta regionale che resta impassibile mentre nell'ultimo mese è accaduto di tutto: il governo che ricorre contro il taglio del costo della benzina per i sardi, i cieli dell'Isola".
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