Un ex cliente col dente avvelenato, bravissimo a non lasciare prove ma molto determinato nella sua azione persecutoria. E' l'identikit dell'uomo che la scorsa notte avrebbe dato fuoco al portoncino blindato dello studio dell'avvocato oristanese Cristina Puddu, militante di Meris e legale del fondatore del movimento, l'indipendentista di Terralba Salvatore 'Doddore' Meloni. A fornirlo agli inquirenti è stata proprio la vittima dell'attentato incendiario, che esclude qualsiasi legame con la sua attività politica al fianco di Doddore. L'allarme è scattato poco dopo la mezzanotte. Danni lievi ma molta paura per gli inquilini del palazzo di via Cagliari, a Oristano, a causa del fumo prodotto da uno straccio imbevuto di liquido infiammabile depositato e dato alle fiamme ai piedi del portoncino. Sul luogo assieme ai vigili del fuoco sono intervenuti i carabinieri e stamattina anche la Digos. Agli uni e agli altri, l'avvocato Puddu ha esternato i suoi sospetti su un ex cliente che aveva difeso come imputato in un processo penale per poi rinunciare all'incarico. Il legale lo aveva già indicato ai carabinieri e alla Procura di Oristano come presunto responsabile di altri episodi di minacce e danneggiamento avvenuti a novembre e dicembre del 2013, quando le gomme della sua auto e di quella del padre erano state squarciate per due volte di seguito. L'ultimo fatto la settimana scorsa. Un messaggino col cellulare personale dai toni decisamente minacciosi: "Sono a Oristano, ti aspetto". L'inchiesta per gli episodi del 2013 si è conclusa con una richiesta di archiviazione contro la quale Cristina Puddu ha annunciato opposizione. Nel frattempo, questo pomeriggio il legale ha ricevuto la solidarietà del presidente dell'Ordine degli avvocati Donatella Pau, che ha definito l'episodio "un atto gravissimo contro la collega e tutta l'avvocatura in generale" e ha espresso fiducia in "un'indagine approfondita e efficace da parte della magistratura e delle forze dell'ordine".
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