La Corte d'Appello ha così assolto la Saras dall'accusa di aver violato la norma sulla responsabilità amministrativa a conclusione del processo di secondo grado per la morte dei tre operai nel maggio 2009. Processo d'appello nel quale sono state sostanzialmente confermate le condanne per i tre manager imputati. In questo senso si era già pronunciato il giudice di primo grado, però in appello il procuratore generale Michele Incani aveva chiesto la condanna dell'azienda dei Moratti, contestando le carenze proprio del modello organizzativo.

La Corte ha invece respinto l'ipotesi accusatoria e ha scagionato la società. "I giudici - ha spiegato uno dei difensori, l'avvocato Alfredo Diana - ha ribadito la solidità della struttura organizzativa e della gestione della sicurezza che ha portato all'assoluzione della Saras". Quanto alla responsabilità civile, l'azienda aveva già interamente risarcito il danno, prima del processo, con 5 milioni di euro ai familiari delle tre vittime. Per questa ragione sono state riconosciute nella sentenza di appello le attenuanti del risarcimento del danno a Dario Scaffardi, direttore generale, e Guido Grosso, allora direttore della raffineria.
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