Settecento trappole per la cattura illegale di uccelli migratori e 291 lacci per i cinghiali rimossi in una sola settimana. Sono i dati della campagna antibracconaggio organizzato a fine febbraio nel cagliaritano, in zona Gutturu Mannu, dalla Lipu-BirdLife Italia e dall’Oasi WWF di Monte Arcosu gestita dal Wwf Oasi. Trecentomila uccelli, secondo le stime Lipu (capinere, occhiocotti, fringuelli, pettirossi e tordi), finiscono ogni anno vittime nel basso Sulcis dei bracconieri che ne interrompono così il viaggio migratorio verso i luoghi di riproduzione. Le trappole però uccidono in modo indiscriminato anche cervi, cinghiali, cani e gatti selvatici, rapaci notturni e diurni.

Il nuovo campo ha visto la presenza soprattutto di volontari dalla Sardegna e si è svolto nell’ambito del progetto Life+ Save Haven for wild birds, con lo scopo di combattere il bracconaggio in tre aree “calde” europee, quella del Sulcis, in Sardegna, e altre due in Spagna e Grecia.

Nel Sulcis il bracconaggio è molto diffuso nei mesi invernali e soprattutto durante il picco della migrazione degli uccelli che avviene nella seconda decade di febbraio di ogni anno. Le prede vengono poi rivendute a macellerie e ristoranti per la preparazione di piatti “tipici”, severamente proibiti dalla legge.
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