La contestazione? Aver venduto filetto e fesa di cinghiale preparati però con carne di suini domestici. Carne poi rivenduta sul mercato al prezzo tre volte superiore, ossia quello effettivo del cinghiale.

L'indagine contro lo stabilimento Su Sirboni di Settimo si è chiusa: il sostituto procuratore ha accertato si sia trattato di una vera "frode nell'esercizio del commercio" e non di un errore di un tirocinante ed il pm ha disposto un sequestro pari a 100mila euro a carico dell'azienda nata a Maracalagonis.

I dettagli della notizia oggi in edicola con L'Unione Sarda nell'articolo di Andrea Manunza.
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