Una sanzione da un milione e 165 mila euro oltre alla confisca del bene. E' la richiesta di condanna formulata dal pm Andrea Massidda nei confronti del presidente del Cagliari Calcio, Massimo Cellino, accusato di non aver pagato 400 mila euro di Iva per una barca a vela acquistata negli Stati Uniti e portata in Italia. Davanti al giudice del Tribunale, Sandra Lepore, il magistrato dell'accusa ha confermato le imputazioni raccolte dall'Agenzia Doganale di Cagliari e dai militari della Guardia di Finanza che avevano portato al sequestro dell'imbarcazione. Nel 2010 poi ci fu un controllo delle Fiamme Gialle al natante durante un'escursione, pochi giorni dopo il sequestro. "La società americana - ha detto il pm Massidda - è stata costituita un mese prima per eludere le normative. Sulla vicenda, poi, le ricostruzioni sono fondate e confermate anche dalla decisione in materia tributaria". Per questa ragione il magistrato ha chiesto la condanna del patron rossoblu. L'assoluzione con formula piena, invece, è stata sollecitata in una lunga e appassionata arringa dal difensore Giovanni Cocco: secondo il suo legale, Cellino, in qualità di manager e non di rappresentante della società americana, poteva utilizzare la barca grazie ad un contratto sottoscritto e formalizzato. Per l'avvocato Cocco l'accusa non avrebbe provato l'intenzione fraudolenta del suo assistito che, al contrario, avrebbe rispettato le norme vigenti fra Stati Uniti e Italia. Cellino - sostiene invece la Procura - avrebbe acquistato la barca a vela negli Usa, portandola poi in Italia con un permesso turistico, ma senza regolarizzarne successivamente la posizione davanti al fisco. Ora il giudice Lepore dovrà decidere chi ha ragione e pronunciare la sentenza prevista per il 18 marzo, alle 9, in apertura d'udienza.
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