"É un'ipotesi che respingiamo con sdegno e con sgomento e che, ove necessario, contrasteremo in ogni sede possibile. Nessuna esclusa".

Cappellacci denuncia anche un atteggiamento prevenuto da parte dello Stato: "Respingiamo altresì con la massima indignazione possibile - scrive ancora - un modo di pensare subdolo e strisciante che sembra ormai una sorta di automatismo, un riflesso, della politica romana: quello secondo il quale la nostra terra viene sempre indicata per prima quando si tratta di trovare una destinazione per un carico "scomodo". Allo stesso tempo la Sardegna non viene considerata una priorità riguardo a questioni, come ad esempio quella infrastrutturale, quella dei trasporti, giacenti da decenni. Nel corso degli anni - evidenzia Cappellacci- abbiamo visto ministri e sottosegretari proporre centrali e scorie nucleari, carceri, rifiuti ed altre nefandezze che preferiamo restino dall'altra parte del mare. Se qualcuno confida nel fatto che i sardi sono pochi e che sono lontani dai collegi elettorali della politica nazionale "che conta" - osserva il presidente -, sta sbagliando i suoi calcoli. Perché dinanzi a questo ennesimo sopruso siamo pronti a ribellarci con tutte le nostre forze".
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