Su Stangioni è "un quartiere che non sorgerà mai", mentre Molentargius diventerà un borgo agricolo dove sparirà qualsiasi costruzione tirata su dopo il 1992. Parola di sindaco. Massimo Zedda è intervenuto nel fine settimana al convegno organizzato dai gruppi consiliari di maggioranza del Comune (titolo: “Finisce la terra? Uso e consumo di suolo, oggi”) al Lazzaretto di Sant’Elia. Un’occasione per chiarire quali sono le idee del primo cittadino sull’urbanistica e lo sviluppo della città.

Zedda ha detto quale sarà il futuro di Medau su Cramu, il quartiere all’interno di Molentargius, dove si attende ancora il Piano del Parco per capire che fine faranno case e ville: <Si riconvertirà in borgo a vocazione agricola. Badate, lì c’è poco da fare: lo spartiacque è il 1992>, ha avvertito il sindaco. "Chi ha messo un mattone dopo il ’92 lo dovrà togliere. Non c’è altra possibilità".Questo perché "alla fine qui la spunta sempre chi ha costruito abusivamente. Viene sempre fatto un condono un condono che aggiusta tutto. Invece si deve andare in altra direzione".

Ma Il sindaco è stato ancora più diretto quando ha parlato del destino di Su Stangioni, l’area su cui dovrebbe sorgere un nuovo quartiere, che da anni tiene banco in Consiglio comunale: "Lo sanno anche i proprietari dei terreni: quando c’è stato da votare io sono uscito dall’aula o mi sono astenuto. Sono contrario a questo intervento". Poi il riferimento alla maggioranza e soprattutto al Partito democratico, che da mesi chiede di sbloccare i progetti: "Non è un problema mio se ci sono dei favorevoli all’interno del centrosinistra. E’ un problema di chi non si è letto il programma elettorale. E siccome c’è un’altra coalizione", chi la pensa diversamente <può cambiare schieramento>.

Un discorso chiaro, pronunciato davanti ad alcuni proprietari di Su Stangioni proprio "per non creare false aspettative nei confronti di chi è stato illuso con la promessa di realizzazione di interventi pubblici, per sottoservizi e altro". Invece per Zedda "il quartiere non sorgerà mai, non abbiamo soldi per fare i sottoservizi. Io non ho un euro, ma non per fare una strada: neanche una mulattiera per collegare Cagliari a quel luogo".

L’unica strada è quella dello scambio con altre aree o edifici: l’ex mercato di via Po o il palazzo comunale in via Baylle, ad esempio. Ma non sarà una permuta alla pari: "Il centro non è paragonabile a un posto dove ci sono le pecore, non ha lo stesso valore di un fazzoletto di terra a fianco all’inceneritore. Quelle aree non valgono un bel niente". Insomma, non ci sarà nessuna espansione urbana anche perché per forza di cose: per i giovani "si libereranno gli immobili di proprietà dei nonni. A San Benedetto abitano tante nonne sole, i nipoti vivono a Sinnai e Sestu. E’ naturale che prima o poi ci sarà una controtendenza", cioè il ritorno in città.
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