"Il Governo - denuncia il presidente regionale e vicepresidente nazionale Giovanni Antonio Mellino - nel corso di questi mesi si è completamente disinteressato delle questioni sollevate dall'autotrasporto, dimostrando in tal modo di non aver compreso il ruolo fondamentale del settore nella auspicata ripresa economica".

Lungo l'elenco delle motivazioni che porteranno allo stop. Il taglio del rimborso delle accise, l'assoluta incertezza sulle risorse destinate al settore con particolare riferimento agli interventi per il contenimento del costo del lavoro, la mancata emanazione dei provvedimenti richiesti sulla riforma dei poteri assegnati all'Albo, l'assenza di iniziative concrete per arginare il fenomeno del cabotaggio abusivo praticato dai vettori esteri.

Cinque giorni di fuoco: alimentari, carburanti e tante altre merci resteranno nelle aziende. Insomma non circoleranno sulle strade sarde o non varcheranno il mare. "Ieri - sottolinea Mellino - abbiamo avuto la conferma di ciò quando ci è stato comunicato che al momento non esiste copertura finanziaria sufficiente per accogliere la richiesta di ripristinare il recupero del rimborso delle accise sul carburante. Nell'isola scriveremo a tutti i parlamentari sardi, per incontrarli e per spiegare la situazione drammatica che vive il comparto, soprattutto nella nostra regione".

Gli ultimi dati sardi confermano lo stato di difficoltà: i numeri, al primo gennaio 2013, certificano 3.549 imprese con veicoli con un calo del 3,53% rispetto al 2011. Due anni fa, le iscrizioni furono solo 11 con ben 190 cancellazioni, per un saldo negativo di 167 unità. Nel 2012, la leggera frenata: a fronte di 74 iscrizioni, le chiusure registrate furono 158, per un bilancio totale negativo di 84 unità. Tra le nuove province, nel 2012, saldo positivo solo per Olbia-Tempio (+4 unità) e Medio Campidano (+1) mentre negative tutte le altre: Sassari (-25), Cagliari (-22), Oristano (-20), Nuoro (-18), Carbonia-Iglesias (-4).
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