Con l'approvazione della legge istitutiva dell'autonomia fiscale che modifica due articoli dello Statuto autonomistico dell'Isola, il Consiglio regionale, con i soli voti favorevoli della maggioranza (41 sì) e l'astensione delle opposizioni (26), chiede al Parlamento di varare il provvedimento di legge costituzionale che istituisce la zona franca in Sardegna, assoggettandola alle norme dell'Unione Europea, alle leggi dello Stato italiano e alle norme che si applicano ai territori extradoganali.

Il varo della norma non produce effetti immediati perché il provvedimento deve essere approvato dalla Camera e dal Senato. Nella legge è stata inserita anche la possibilità per la Sardegna di disporre agevolazioni, esenzioni e detrazioni d'imposta, anche modificando o azzerando le aliquote. Con l'accordo raggiunto con il Governo si superano così i rilievi di legittimità costituzionale relativi all'attuale formulazione dello Statuto che all'articolo 10 prevede le stesse agevolazioni solo per le nuove imprese. Passato anche un emendamento che dispone che la Regione possa accertare e riscuotere i tributi Iva, Irpef e Accise dopo un'intesa con lo Stato.

Nel frattempo scoppia la polemica in Aula: mentre le opposizioni parlano di normativa "inapplicabile" con oneri tutti a carico della Sardegna e accusano il governatore Ugo Cappellacci di voler "sventolare la bandiera zona franca a fini elettorali", il centrodestra vede una "svolta storica per programmare lo sviluppo dell'Isola" e punta l'indice contro il centrosinistra definendo l'atteggiamento delle opposizioni "strumentale".
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