Sanjust e Cogoni, rinchiusi nel carcere cagliaritano di Buoncammino, hanno trascorso tranquillamente la nottata. Si trovano in due bracci diversi e dividono la cella con un altro detenuto. Diana, invece, si trova nel nuovo carcere di Massama a Oristano. Ieri è stato sottoposto a una visita per verificare le sue condizioni di salute. Ha trascorso la nottata in cella da solo. Nelle prossime ore dovrebbero essere fissati gli interrogatori di garanzia, non si esclude che già domani gli arrestati possano essere sentiti dal Gip.

L'ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita nella mattinata di ieri. Nei mesi scorsi i due esponenti politici erano finiti al centro dell'inchiesta della Procura cagliaritana per la vicenda dei fondi ai gruppi. Casa e ufficio erano stati sottoposti a perquisizione. Mario Diana (leggi qui le accuse a suo carico), è stato arrestato ieri mattina mentre si trovava alla guida della sua auto sulla 131. Il provvedimento è stato invece notificato a Carlo Sanjust nella casa cagliaritana del quartiere storico di Castello. La Procura gli contesta di aver utilizzato soldi pubblici anche per saldare le spese sostenute per il matrimonio. In cella è finito anche un noto imprenditore cagliaritano di 43 anni specializzato nel settore dell'informatica e nell'organizzazione di eventi.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere, firmate dal Gip del Tribunale di Cagliari Giampaolo Casula, sono state eseguite dai carabinieri del Nucleo di Polizia giudiziaria della Procura di Cagliari, in collaborazione con i militari del Comando provinciale. L'arresto è stato richiesto dal sostituto procuratore della Repubblica, Marco Cocco, che coordina l'inchiesta-bis sul presunto uso illecito dei fondi destinati ai Gruppi del Consiglio Regionale della Sardegna che vede indagati complessivamente 33 consiglieri regionali della scorsa legislatura.

I provvedimenti si sarebbero resi necessari a seguito di una presunta attività di inquinamento probatorio messa in atto dagli indagati. Secondo alcune indiscrezioni trapelate, in questi giorni in Consiglio regionale sarebbero "rientrati" anche alcuni beni, tra cui penne Montblanc e attrezzature di cui i consiglieri non erano titolari, che erano state portate all'esterno.

L'ORDINANZA - Al centro della richiesta di custodia cautelare in carcere dei due consiglieri regionali e dell'imprenditore c'è l'inquinamento probatorio. In particolare legato alla presentazione di fatture false per giustificare le spese sostenute con i fondi del Gruppo del Consiglio regionale e con il tentativo degli indagati "di una insidiosa attività di inquinamento probatorio, con riguardo sia ai documenti che alle fonti testimoniali". E' quanto si legge nelle 55 pagine dell'ordinanza firmata dal Gip del Tribunale di Cagliari Giampaolo Casula. "Si è dimostrato - scrive il giudice nell'ordinanza - che il comportamento tenuto dagli indagati fin dal momento delle illecite appropriazioni è stato sempre finalizzato a creare una apparente regolarità contabile e a rendere ardua qualsiasi successiva verifica". Sarebbero stati consegnati agli inquirenti documenti contraffatti riguardo al compenso per alcune prestazioni occasionali da 1.500 euro. Sentendo a sommarie informazioni alcuni dipendenti del Consiglio regionale, sarebbe emersa l'intenzione dell'ex capogruppo del Pdl Mario Diana di portare libri preziosi acquistati e trovati nella sua abitazione, in Consiglio Regionale, indicandoli come proprietà del gruppo. Si tratta di una decina di preziosi volumi con bassorilievi e svariate penne Montblanc. Un'altra presunta attività di inquinamento probatorio sarebbe la comparsa improvvisa di un televisore nella stanza dell'onorevole Onorio Petrini, segnalato da alcuni dipendenti. Si tratterebbe di uno degli apparecchi acquistati insieme ad altri con i fondi del Gruppo. Secondo il Gip ci sarebbe anche il pericolo di reiterazione del reato di peculato. "I consiglieri indagati - scrive ancora il giudice Casula nell'ordinanza - non hanno esitato a coinvolgere soggetti estranei per occultare le plurime e ripetute appropriazioni illecite, benché fossero a conoscenza delle indagini".

GLI AVVOCATI - Fuori dal carcere di Buoncammino Carlo Amat, avvocato di Carlo Sanjust, parla di "provvedimento sproporzionato" e si dice "incredulo" per l'arresto dei consiglieri regionali del Pdl. I difensori di Riccardo Cogoni, Anna Maria Busia e Massimiliano Ravenna, chiariscono: "Ci faremo spiegare dal nostro assistito cosa è successo e daremo a nostra volta tutte le spiegazioni ai magistrati".
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