Dopo il fallimento della Sardinia Gold Mining e dell'operazione oro a Furtei, a 50 chilometri da Cagliari, ci fu nel 2009 un tentativo per estrarre piombo e zinco, sempre con il cianuro, nel sud dell'isola. Lo denuncia il deputato Mauro Pili, ex Pdl e ora leader del movimento Unidos, mostrando dei documenti che raccontano di un vero e proprio annuncio in Borsa degli amministratori della società King rose mining con un obiettivo di 70-90 mila tonnellate di materiale. Il regista dell'operazione, secondo Pili, sarebbe sempre lo stesso. "Mr Morris aveva guidato la miniera di Furtei lasciando devastazione e inquinamento - spiega nella denuncia - dopo il fallimento lo stesso Morris cambia casacca per vestire le insegne della King rose mining. Obiettivo chiaro ed evidente: sfruttare le discariche minerarie a cielo aperto della Sardegna, partendo dal Sulcis, per estrarre a colpi di cianuro tutti i metalli presenti in quegli accumuli di sterili". Una denuncia che è diventata un'interrogazione parlamentare nella quale il deputato sardo chiede al governo di far luce su quella "forte rete di contatti governativi e societari" citata nelle comunicazioni sociali. Il tentativo, racconta la storia, non andò a buon fine. "Secondo quanto da me appreso - spiega Pili - i tecnici furono invitati ad andare via. Si tratta però di un piano segreto e giocato nelle borse internazionali dei metalli. Nessuno comprese il piano che emerge oggi in tutta la sua gravità proprio dai report della Borsa di Londra". Ma l'interrogazione di Pili non si ferma qui. Pericolo passato, ma rischio presente a Furtei, denuncia il deputato che chiede l'intervento della Protezione civile per il "pericolo imminente di tracimazioni legate al prossimo periodo invernale". Pili racconta di aver avuto accesso in quest'ultima settimana in quello che viene descritto come un "lago di cianuro" tra Furtei e Guasila. "Il governo non può stare a guardare", conclude l'ex presidente della Regione.
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