La quantità di materiale sepolto nei pressi della pista sarebbe identica a quella utilizzata per i lavori, dunque non ci sarebbe stato lo smaltimento illecito di rifiuti, compreso l'amianto, ipotizzato dalla Procura. E' quanto sostenuto a più riprese oggi in udienza dai consulenti delle difese nel processo scaturito dalle indagini sui lavori per la realizzazione della nuova pista dell'aeroporto di Cagliari Elmas.

Davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale del capoluogo, presieduta da Massimo Costantino Poddighe, i tecnici nominati dai difensori degli imputati hanno provato a ribaltare le tesi dei consulenti dell'accusa, rappresentata in aula dal pm Danilo Tronci. Nel frattempo, però, il processo ai 17 imputati viene pesantemente influenzato dalle prescrizioni. Per la maggior parte di questi, infatti, i reati contestati sono già estinti.

Alla fine gli unici a rimanere a giudizio sono l'amministratore della Sarcobit, Marcello Vacca, il direttore tecnico della Elmas Scarl, Italo Melis, e i responsabili di varie società che hanno lavorato all'appalto dell'aeroporto, Antonello e Riccardo Pusceddu, Bruno Curreli, Massimo Pistoia, Emilio Marongiu e Panfilo Scalas. Per tutti gli altri - Efisio Nioi, Emilio Pisano, Albero Agnesa, Stefano Lilliu, Efisio Picci, Luciano Caria, Luca Cabula, Luciano Pintus e Maurizio Zanda - è stato decretato il non luogo a procedere. Per loro, dunque, il processo è finito, mentre per gli altri otto proseguirà il 23 gennaio prossimo.
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