Possibili ristrutturazioni e altri interventi nella fascia costiera previsti dalle modifiche del Piano casa, mantenimento dei vincoli di tutela per i beni paesaggistici, che però sono stati mappati eliminando errori, possibilità di realizzare un fabbricato rurale di supporto in un ettaro di terreno agricolo e 18 mesi per l'adeguamento dei piani urbanistici comunali (Puc).

Sono queste le prime notizie sulla revisione del Piano paesaggistico regionale che il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha comunicato alla stampa in un incontro nel quale ha difeso le scelte effettuate, replicando sia alla direzione regionale del Ministero dei Beni culturali che agli attacchi degli ambientalisti e dell'opposizione di centrosinistra. "Sui beni paesaggistici la Regione ha competenza primaria e non devo chiedere il permesso a nessuno - ha tuonato Cappellacci, riferendosi alla nota di ieri apparsa sul sito regionale del Mibac -. Ciononostante abbiamo comunque avviato un percorso di condivisione, ma stiamo ancora aspettando che venga firmato dal Ministero il verbale dell'incontro del 9 luglio. L'auspicio è che con il comunicato si voglia dare nuovo corso che vede la direzione lavorare con ritmi normali". Riguardo al paventato stop da parte del Ministero, anche in questo caso Cappellacci ha spiegato che "il lavoro non si interrompe" e che la validazione ministeriale, in quanto intesa, "non è obbligatoria".

Rispondendo al centrosinistra, il governatore ha puntualizzato che "non entriamo a gamba tesa sui vincoli: vorrei sapere di cosa si sta parlando, se la documentazione non è stata ancora pubblicata". Secondo Cappellacci ci sarebbe, invece, "una posizione preconcetta. Confrontiamoci, invece, sulle cose oggettive". Il presidente ha ricordato che il meccanismo di revisione "è trasparente e durerà tre mesi". La delibera con le norme tecniche verranno pubblicate da lunedì e poi tutta la cartografia sarà disponibile online. Successivamente è stato annunciato un tour nell'Isola con incontri pubblici aperti ai cittadini e confronti con i sindaci.

IL MINISTERO -In una nota stringata, pubblicata sul sito istituzionale, la direzione regionale Beni culturali e paesaggistici della Sardegna precisa che l'adozione provvisoria del Ppr "trattasi, evidentemente, di una iniziativa unilateralmente assunta dalla Regione Sardegna in quanto sono attualmente ancora in itinere tutte le attività inerenti la copianificazione prevista dal Codice Urbani e così come recepite dagli accordi sottoscritti fra le due Amministrazioni".

L'AFFONDO DI BRUNO (PD) - "Si capisce dall'effetto annuncio che il nuovo Ppr, il Pps di Cappellacci, è solo un piano di marketing. Anzi è il piano di presa in giro dei sardi, che non avrà alcun effetto, se non quello di introdurre temi mai affrontati durante i cinque anni di mandato del governatore". Così il consigliere regionale del Pd, Mario Bruno, commenta la decisione di approvare il provvedimento "in modo unilaterale". "E' una forzatura e uno sgarbo istituzionale nei confronti del Ministero, che si spiega solo con la fretta di arrivare ad un piano da approvare purchessia. E magari prendendo a pretesto l'autonomia - incalza l'esponente democratico - Dai verbali degli incontri tra Regione e Mibac, infatti, non emerge la validazione complessiva dello strumento di co-pianificazione, mentre compaiono condivisioni su aspetti del tutto marginali".

PITTALIS - "La revisione del Piano paesaggistico pone fine alla stagione dell'ambientalismo ipocrita di stampo soriano: quello dei finti ambientalisti, di una sinistra al caviale che dalle ville in riva al mare, il cui valore aumentava di giorno in giorno, guardava con disprezzo durante i cocktail esclusivi, consumati tra un'intesa e l'altra, i cittadini sardi ai quali imponeva divieti totali". Così il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Pietro Pittalis. "Già i primi giudizi politici, come quello espresso da qualche esponente di sinistra, sono all'insegna della prevenzione e dell'attacco aprioristico. Se ancora non hanno letto una sola riga del documento, come fanno a esprimersi con toni così assoluti? Eppure sono loro ad aver colato sulle coste oltre 2 milioni di metri cubi. In realtà - conclude Pittalis - ora abbiamo regole chiare, uguali per tutti e non più editti del principe, che si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici".

IL NUOVO PIANO - Il governatore Ugo Cappellacci, a quattro mesi dalle elezioni regionali, ha impresso una accelerata, puntando ad approvare un nuovo Piano paesaggistico che manderà in soffitta quello varato dalla Giunta di Renato Soru nel 2006. Cambiano quindi le regole in Sardegna in materia di pianificazione urbanistica e ambientale. Primo passo con il via libera dell'Esecutivo regionale riunito a Sassari con Cappellacci e tutti gli assessori. Il Piano, innanzitutto, cambia nome: da Piano paesaggistico regionale diventa Piano paesaggistico dei sardi. Ma al di là della denominazione, viene stravolta gran parte della pianificazione voluta da Soru. Si allentano così i vincoli nella fascia costiera dove sarà possibile intervenire, ristrutturando l'esistente, sulla base di "precise regole". Quanto ai corsi d'acqua, solo fiumi e torrenti di rilievo paesaggistico saranno soggetti a restrizioni. E per i centri storici, massima attenzione a quelli di pregio, più libertà di manovra in tutti gli altri. Lo schema voluto da Cappellacci recepisce, inoltre, la legge sul golf e quella sui Piani strategici e, come detto, mette paletti sul riconoscimento di "bene paesaggistico". Il Piano così concepito diventa lo strumento di governo delle trasformazioni, mentre i tempi di redazione dei Piani urbanistici comunali (Puc) vengono "notevolmente ridotti" con l'introduzione dell'atto di accordo tra Comuni, Regione e Ministero.

La proposta di modifica del vecchio Ppr dovrà ora compiere un lungo iter per la validazione degli atti. Entro 60 giorni dall'approvazione della delibera - non ancora disponibile perché si dovranno recepire alcuni emendamenti - si potranno presentare le osservazioni, mentre entro 30 giorni il documento dovrà essere trasmesso alla commissione Urbanistica del Consiglio regionale.

IL GOVERNATORE - "Le regole confuse e imprecise imposte negli anni passati, hanno intrappolato la libertà del nostro popolo e questo ha provocato enormi danni", ha chiarito Cappellacci difendendo a spada tratta il suo progetto. "Durante il riesame - argomenta il governatore - abbiamo accertato che c'erano migliaia di beni duplicati o non esistenti, altri non rintracciabili per i quali il Piano esigeva comunque e paradossalmente l'autorizzazione paesaggistica. Il 60% del territorio regionale, infatti, è stato sottoposto ad un vincolo paesaggistico per intervento del vecchio Ppr. In questo 60% vive l'80% della popolazione sarda. Abbiamo riaffermato il principio secondo cui la valorizzazione del paesaggio deve perseguire la politica dello sviluppo sostenibile". Materia incandescente che ha riacceso lo scontro tra gli schieramenti.

LE REAZIONI - A difendere la proposta della Giunta è il capogruppo Fdi in Consiglio regionale, Matteo Sanna: "Se col precedente Piano era prevalsa l'ideologia del blocco totale, affermiamo il principio che si può lavorare, migliorare, modificare senza consumare altro territorio, al passo coi tempi". Ma l'opposizione attacca. "Questo è un Piano contro i sardi e la Sardegna - dicono i parlamentari di Sel Luciano Uras e Michele Piras - Bisogna dire basta al nulla sistematico della propaganda. Si faccia un vero piano per la casa, soprattutto per giovani copie, un progetto di infrastrutturazione civile all'altezza dei bisogni, con risorse pubbliche in combinazione al capitale privato per rilanciare edilizia ed economia senza consumare territorio con nuove inutili cubature".
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