Sono proprio i collaudi al centro dell'inchiesta avviata dal sostituto procuratore di Cagliari, Gaetano Porcu, indispensabili per liquidare le fatture di acquisto delle apparecchiature ora al centro di un contenzioso civile tra le ditte fornitrici e la Regione.

L'appalto risale agli Ottanta-Novanta. E se in partenza i rilevatori termici dovevano costare circa 15 milioni di euro, col passare degli anni la cifra finale sarebbe quasi raddoppiata. L'ipotesi d'indagine del pubblico ministero è quella di falso, proprio in merito ai collaudi, mentre non si esclude la presenza già di qualche indagato, anche se sulla questione la Procura tiene il più stretto riserbo.

Finiti nel mirino degli inquirenti ci sono dunque proprio i rilevatori termici che, mai come in questi giorni, avrebbero potuto evitare - segnalandoli sul nascere - i roghi che hanno devastato varie zone della Sardegna. Apparecchiature che il Corpo Forestale regionale, dopo una serie di collaudi superati, ha definitivamente bocciato perchè inefficaci aprendo di fatto la strada ad un mega-contenzioso civile da dieci milioni di euro tra la Regione e le società fornitrici Galileo Avionica, Teletron Electronics e Pro.gen Sar.

Dalla segnalazione inviata dal comandante dei Forestali Carlo Masnata alla Procura della Repubblica e a quella generale della Corte dei Conti è scattata l'inchiesta condotta dal pm Porcu. Alla fine dello scorso mese, al giudice civile sono state consegnate le perizie del consulente tecnico incaricato di analizzare la strumentazione. Faldoni che ora finiranno anche sulla scrivania del magistrato. Una corsa contro il tempo: anche in caso di reato accertata, infatti, per i primi rilevatori collaudati sarebbe già intervenuta la prescrizione.
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