Nel provvedimento rientrano anche alcune semplificazioni delle procedure per ottenere autorizzazioni alla realizzazione di immobili, attraverso semplici modifiche di destinazione d'uso, o ristrutturazione di edifici esistenti ma ormai diroccati, come accade spesso nei centri storici.

Nella legge spicca un nuovo tentativo di salvataggio di alcuni edifici costruiti vicino alle zone umide (ad esempio stagni, come in un caso a Cagliari) e la possibilità di installare il mini eolico (massimo 60 Kw) anche al di fuori delle zone industriali.

I Comuni dovranno verificare gli usi civici esistenti, attraverso la ricognizione cartografica, in alcuni casi vecchia anche di decenni, entro il 31 dicembre 2013. La Regione chiuderà la procedura approvando il Piano straordinario di accertamento. Assolutamente contrari gli ecologisti del Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra che parlano di "un nuovo editto delle chiudende" e sollecitano il Governo ad impugnare la legge perchè "palesemente incostituzionale per violazione delle competenze statali in materia di tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali".

Non solo. Citando "il noto caso del palazzo realizzato presso le Saline di Molentargius, quasi legge ad palazzum", le due associazioni ricordano che una precedente legge per salvare gli edifici costruiti a ridosso delle zone umide "è stata giustamente impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale, dietro segnalazione delle associazioni ecologiste". Duro attacco anche di Sel che esprime "indignazione" con il portavoce del coordinamento regionale, Francesco Agus.

"La legge approvata oggi segue con ostinata coerenza quelle sui piani casa e la cosiddetta legge 'scempiastagni' - denuncia - ed è caratterizzata da palese incostituzionalità poiché viola le competenze statali in maniera di tutela paesaggistica e ambientale". Soddisfazione, invece, per l'approvazione da parte del centrodestra in Consiglio regionale.

Il capogruppo del Pdl, Pietro Pittalis, ritiene il provvedimento "la risposta concreta che una amministrazione pubblica può dare alle numerose istanze che provengono dalla società civile, perchè introduce procedure più efficaci per una ricognizione generale sugli usi civici e consentirà ai Comuni di predisporre piani adeguati e superare anomalie e vincoli anacronistici".

Parzialmente soddisfatto il consigliere dei Riformatori Franco Mula. "Finalmente - commenta - i Comuni hanno la potestà di poter attivare tutte le procedure sulla ricognizione delle terre gravate da uso civico. Si è dovuto ricorrere alla procedura d'urgenza per far approvare il provvedimento nel più breve tempo possibile anche se ormai da mesi era pronta la mia proposta di legge in materia".
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