E mettono in moto i loro uffici legali per quantificare gli eventuali danni causati dallo stop al rione ecosostenibile. Le ragioni di Confcooperative e di chi aveva investito in quell'area sono state illustrate oggi nel corso di una conferenza stampa. "Stiamo parlando - ha sottolineato il direttore Gilberto Marras - di ingenti investimenti con grandi ricadute occupazionali".

A Cagliari cambiano le Giunte, ma il traguardo ancora non si vede: tutto era iniziato nel 2006. "La consiliatura guidata dal sindaco Massimo Zedda si è insediata da oltre due anni e di risposte concrete sul piano particolareggiato di Su Stangioni non se ne vede l'ombra", denuncia Confcooperative. Un caso sbarcato anche in Consiglio comunale. E lì era nata l'idea di un cambio di percorso: il Comune, aveva spiegato il primo cittadino, si era reso disponibile a far decollare il progetto partendo da alcune aree dell'amministrazione soprattutto tra Is Mirrionis e San Michele.

"Il sindaco - ricostruiscono i rappresentanti della coop - ha chiesto nei mesi scorsi agli uffici comunali e ai rappresentanti delle proprietà la possibilità di individuare delle aree nel perimetro urbano di Cagliari ove far nascere un piano edilizio alternativo. Le aree individuate, nell'ex Mattatoio di via Po e in una parte del complesso del Consorzio Agrario in viale Monastir, non permettono però di soddisfare né in termini territoriali nè in termini volumetrici l'intervento di Su Stangioni". Un rione progettato per favorire la presenza del verde e scoraggiare quella delle auto, almeno nel cuore del quartiere.

Un'area che in futuro potrebbe contare sui collegamenti con la rete della metropolitana e con le due principali arterie stradali vicinissime, la 131 e la 554.

Dotato di un centro direzionale e di attività commerciali in grado di offrire un potenziale di ottocento posti di lavoro. Vicini alla meta, ma per dire è fatta servono ancora il piano particolareggiato e la ratifica dell'assemblea civica.
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