A guidare la battaglia contro la leggina e la delibera è il presidente dell'Ups, Roberto Deriu, che parla di "sfascio delle Province, attraverso lo sfratto abusivo degli eletti". Nel frattempo questa mattina, a margine dell'assemblea, sono stati predisposti i primi ricorsi al Tar Sardegna per chiedere un provvedimento cautelare per sospendere gli effetti dell'atto e, in via incidentale, che i giudici amministrativi interessino sul merito la Corte Costituzionale, per dichiarare l'illegittimità costituzionale dell'intera legge. "Continuiamo a dirlo e ora non siamo più soli - ha aggiunto Deriu - perché anche la Consulta ha detto chiaramente che le Province con si possono cancellare con un colpo di spugna". La decisione di ieri sul decreto "Salva-Italia", però, non dovrebbe incidere direttamente nella legge di commissariamento della Regione Sardegna, ma potrebbe modificare alcune ipotesi contenute nella legge di riordino degli enti locali in discussione in Consiglio regionale dalla settimana prossima (ad esempio la conferma delle quattro Province storiche e l'eventuale eliminazione delle elezioni di secondo livello). Unico effetto sul quale si dibatte fra i giuristi potrebbe esser quello della convocazione delle elezioni per la Provincia di Cagliari al primo turno disponibile (con le Regionali all'inizio 2014). Il tutto in attesa che il 23 luglio prossimo il Consiglio di Stato si pronunci sul ricorso presentato dall'Ups per la presunta illegittimità dei referendum sull'eliminazione delle Province, dopo che il Tar si era dichiarato incompetente in materia e il Tribunale civile non era entrato nel merito della questione quando era stato presentata una richiesta di censura.
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