Con i soli voti della maggioranza (38 a favore e 30 contrari) è stato varato in Consiglio regionale il commissariamento delle Province di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio, soppresse con il referendum del 6 maggio 2012, e di Cagliari. Cancellata dallo stesso centrodestra, invece, l'iniziale previsione di sospensione dell'indizione delle consultazioni elettorali provinciale. Entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, approvata dopo un lungo dibattito con l'ostruzionismo del centrosinistra, il Consiglio dovrà approvare una legge di riforma costituzionale per abrogare anche le quattro province storiche, mentre entro lo stesso limite di tempo l'assemblea dovrà predisporre una riforma degli enti locali in Sardegna. Per ora, le attuali otto Province restano in piedi e i commissari, che saranno nominati dalla Giunta regionale su proposta del presidente della Regione, sono chiamati ad assicurare "la continuità amministrativa delle funzioni già svolte della dalle province e entro 60 giorni dovranno procedere ad atti contabili, finanziari e patrimoniali ai fini liquidatori".

LE REAZIONI - "Si tratta di un commissariamento che nella storia può essere assimilato solo a provvedimenti del ventennio fascista - ha detto il consigliere del Pd, Gian Valerio Sanna - quattro amministrazioni su 5 passano dal centrosinistra al centrodestra ed è giusto che i tribunali decidano su questo". Secondo Giuseppe Cuccu, "i commissariamenti servono per commissariare i consorzi industriali che i tribunali vi hanno rigettati", mentre per Adriano Salis (gruppo misto) ha parlato di "deriva commissariale". Sull'argomento è intervenuto anche il capogruppo del Partito Sardo d'Azione, Giacomo Sanna: "avete deciso di banchettare all'interno delle Province e preferite i commissari ai vostri compagni di partito".
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