Quando ancora le fiamme non sono state del tutto spente, a Golfo Aranci comincia la conta dei danni ed il sindaco chiede lo stato di calamità naturale. "Stiamo predisponendo gli atti per presentare la richiesta", ha detto il sindaco Giuseppe Fasolino dopo 22 ore ininterrotte di fuoco che ha distrutto l'area di interesse comunitario a Capo Figari, un sito d'inestimabile bellezza sulla costa nord orientale della Sardegna. Sono circa 600 gli ettari di macchia mediterranea distrutti dalle fiamme e questa mattina le operazioni di spegnimento vanno avanti, non senza polemiche per il ritardo dei soccorsi. Il sindaco accusa: "Se il vento avesse spinto le fiamme verso il paese oggi ci saremo trovati a contare i morti".

Uomini e mezzi di Protezione civile, Corpo forestale e Vigili del Fuoco, intanto, sono ancora in azione: in queste ultime ore parrebbe stiano riuscendo ad avere la meglio sul rogo, anche se ora la fase più delicata sarà la bonifica che, in presenza di un forte vento di maestrale, ridurrebbe il rischio di ripresa del rogo. E si è rischiata una nuova tragedia stamane quando un volontario ha accusato un forte dolore al petto: si è subito pensato ad un principio d'infarto, l'uomo è stato soccorso dal 118 e portato in ospedale per accertamenti, ma le sue condizioni non sarebbero gravi.

Tanta paura anche a Capitana, Siliqua, nella zona del castello Acquafredda, a Quartu, Sant'Isidoro e lungo la strada statale 554 alle porte di Cagliari.
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