Le sue coste incontaminate e le sue spiagge di sabbia bianca e sottile incorniciate dalla macchia mediterranea, non potevano non fare gola agli imprenditori del mattone. I litorali di Orvile, Zu Tiriarzu e San Giovanni hanno quindi rischiato un assalto speculativo sventato grazie all'intransigenza degli amministratori comunali che si sono succeduti negli anni. Erede di questa pattuglia di sindaci con la schiena dritta è oggi Roberto Tola che stamattina a Roma ha ricevuto, visibilmente soddisfatto, l'ambito premio delle 5 Vele promosso da Legambiente e Touring club. Il Comune è in prima linea nella salvaguardia del territorio: attraverso un finanziamento regionale è stato così realizzato un sistema di protezione delle dune che si estende per oltre sei chilometri e ripara i danni provocati da milioni di calpestii dei bagnanti. Ma gli amministratori hanno fatto di più: sono fra i dieci Comuni in Sardegna che hanno adeguato, già dal marzo 2011, il loro Piano Urbanistico a quello della Regione. Una serie di vincoli che hanno impedito ogni idea di abusivismo e di assalto alle coste. Non che i segnali non ci fossero già stati. Alla fine degli anni '70 la pineta di Orvile e la collina sovrastante furono al centro di interessi poco chiari e di alcune vicende locali di cronaca nera ad essa collegate. All'epoca si parlò anche di un possibile interesse nell'affare da parte di Michele Sindona. L'intera pineta nel 2001 fu acquisita all'asta per 7 miliardi di lire da una società milanese che avrebbe voluto metterci sopra 60 mila metri cubi di cemento. Uno scempio ambientale degno di eco-mostri già noti purtroppo sulle coste italiane. Solo la fermezza delle varie amministrazioni è riuscita a bloccare gli intenti speculativi. Ora l'area è vincolata integralmente, è catalogata zona H e farà parte dell'istituendo Parco di Tepilora, che la Giunta regionale dovrà regolamentare con un proprio provvedimento. Il Parco avrà un'estensione di 8.000 metri quadri e collegherà le montagna di Bitti e Lodè con il mare di Torpè e Posada. Idee chiare e decisioni conseguenti hanno permesso a Posada di essere oggi il primo Comune sardo nel campo della tutela ambientale e paesaggistica.
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