Hanno letto la Tac al rovescio e hanno operato il paziente al polmone sbagliato. Lui, un 67enne di Solagna (Vicenza), è morto in una decina di minuti per una forma di asfissia. I tentativi di rianimazione, durati circa 45 minuti, sarebbero andati a buon fine, forse, se l'intervento di drenaggio fosse stato eseguito sul polmone giusto, cioè quello malato, e il paziente avrebbe potuto salvarsi. Gioachino Lessio, invece, è morto sotto i ferri all'ospedale San Bassiano di Bassano. Queste sono le conclusioni del dottor Antonello Cirnelli di Portogruaro (Venezia), consulente del pm vicentino Silvia Golin.

Ad ammettere l'esistenza di un "indiscutibile errore di lato, un evidente errore umano" era stato lo stesso direttore generale della Usl 3, Ferdinando Antonio Compostella, che aveva segnalato l'accaduto alla Procura di Vicenza. Da lì era partita un'inchiesta che aveva visto l'iscrizione nel registro degli indagati, con l'ipotesi di omicidio colposo, dei tre medici che avevano eseguito l'intervento sul paziente poi morto: la pneumologa Cinzia Pamela Zanon, 41 anni, e i chirurghi Sandro Carnio, 49, e Vittorio Gobbi, 60. Tutti rischiano ora di finire a processo. L'intervento, è stato spiegato, è considerato relativamente semplice: viene effettuata una puntura necessaria per drenare l'eventuale presenza di liquidi nel polmone. Che, però, è stata fatta su quello sano, non su quello malato, e avrebbe provocato l'asfissia.
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