Il capitano Gregorio De Falco resta dov'è e per il momento non tornerà al suo vecchio incarico. Questa la risposta del governo all'interrogazione presentata dal deputato del Pd Federico Gemelli a seguito del trasferimento dell'ufficiale - noto per la famosa telefonata col comandante Schettino in cui gli diceva "vada a bordo, c..." - da capo settore operativo della Capitaneria di Porto di Livorno a capo dell'ufficio studi della direzione marittima. L'ufficiale aveva denunciato di essere stato vittima di un demansionamento dopo il naufragio della Costa Concordia, avvenuto all'isola del Giglio il 13 gennaio 2012

Nella risposta all'interrogazione, si sottolinea non solo che "non si può che riconoscere pari dignità e rilevanza tanto agli incarichi operativi quanto ai compiti di carattere amministrativo", ma anche il fatto che nel 2011 lo stesso De Falco "tra gli incarichi ai quali indica aspirare colloca anche quello di capo ufficio studi di direzione marittima: proprio l'incarico amministrativo oggi assegnatogli, benché riferito allora alla sede di Genova". "Il mantenimento dell'ufficiale nella sede di Livorno - si legge nella risposta del governo - è stato determinato anche dall'esigenza di assicurare all'amministrazione della giustizia la possibilità di continuare ad avvalersi del contributo del comandante De Falco nelle attività di inchiesta successive al sinistro Concordia".
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