"Non so perché sono qui, mi hanno spiegato che ho ucciso una persona ma non ricordo quel momento". Nonostante queste parole, e la strenua difesa del suo avvocato, Vincenzo Poliseno, accusato di aver ucciso la psichiatra Paola Labriola il 4 settembre 2013 con oltre 50 coltellate, è stato condannato dal gup del tribunale di Bari a 30 anni di reclusione.

La perizia psichiatrica effettuata sull'imputato aveva accertato un "disturbo della personalità con prevalenti tratti borderline-antisociali" ma l'uomo, 45 anni, era stato valutato capace di intendere e volere. Al marito, ai tre figli (di cui due gemelli minorenni) e all'ex marito della vittima è stato riconosciuto inoltre un risarcimento quantificato in complessivi un milione e 300mila euro.

IL DELITTO - Vincenzo Poliseno il 4 settembre dell'anno scorso è entrato al Centro di salute mentale di via Tenente Casale di Bari. Sembra che abbia chiesto alla dottoressa Paola Labriola di prescrivergli alcuni farmaci e, di fronte al rifiuto della donna, l'abbia colpita con oltre 50 coltellate. L'uomo è stato arrestato subito dopo ma non ha mai ammesso di essere l'autore del delitto.
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