Sgominata oggi a Napoli una banda internazionale di falsari, già nota in tutta Europa e a cui sarebbe riconducibile il 90 per cento degli euro falsi in circolazione nel mondo. Tra i destinatari di un provvedimento di divieto di dimora nell'ambito dell'inchiesta, Domenica Guardato, mamma della piccola Fortuna, abusata e poi morta volando giù da una finestra del palazzo dove la bambina abitava a Caivano. L'ipotesi è omicidio, ma l'inchiesta è ancora in corso. Lei intanto fa sapere di non avere nulla a che fare con questa vicenda, e sta contattando il suo avvocato per chiarire quanto accaduto.

Secondo l'accusa, la donna acquistava consistenti quantità di banconote contraffatte da Giuseppe Manzo, un altro abitante del parco Verde di Caivano, arrestato questa mattina, e le rivendeva ad acquirenti abituali che le spendevano nei negozi e nei supermercati. I carabinieri hanno notificato alla donna il divieto di dimorare nel comune di Caivano, dandole sei ore di tempo per lasciare la città. Il gruppo di falsari faceva parte del cosiddetto "Napoli Group", sigla che include varie organizzazioni campane che però non apparterrebbero a clan camorristici come era stato ipotizzato in un primo momento. L'indagine risale al 2012, e in questi due anni sono state arrestate in flagranza di reato una trentina di persone. Gli inquirenti hanno raccolto elementi che hanno portato a 29 arresti in carcere, 10 ai domiciliari, 12 divieti di dimora - tra i quali quello alla mamma di Fortuna - e cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.

In codice, gli euro falsi venivano definiti "cosariello", o "ambasciata", mentre per il dollaro veniva usata l'espressione "l'americano": tutti termini utili a depistare le indagini in caso di intercettazioni da parte della polizia. Le monete invece venivano chiamate "scarpe", "pavimenti", "cartoline" e "gnocchi". La banda, oltre ai soldi, falsificava anche "Gratta e vinci" e marche da bollo. I Paesi più colpiti dal giro dei falsari, oltre all'Italia, sono Francia, Spagna, Germania, Romania, Bulgaria, Albania, Senegal, Marocco, Tunisia e Algeria.
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