Un milione e 677mila euro. Questo il maxi-risarcimento accordato oggi dal tribunale di Lodi a un operaio, rimasto invalido al 100 per cento a causa, dicono i giudici, della negligenza dei medici. A pagare sarà l'Azienda ospedaliera lodigiana e ad essere rifondato non sarà solo il paziente, ma anche i suoi famigliari. L'uomo si era rivolto all'ospedale di Lodi per essere curato. Ma dalla clincia era uscito, oltre che con un'invalidità totale, anche con un danno biologico del 75% per via di un'emorragia cerebrale e una trombosi della coronaria destra. "Complicanze - ha stabilito il magistrato Paola Belvedere - riconducibili a errata condotta assistenziale da parte dei cardiologi dell'ospedale". L'uomo, assistito dell'avvocato Giuseppe Badolato, in conseguenza alle cure errate ebbe, tra l'altro, "una grave sindrome depressiva", per "la dolorosa comprensione da parte del soggetto del proprio prostrante stato di salute e drammatica consapevolezza di una severa compromissione dell'integrità della propria persona". Alla moglie e i due figli (uno minorenne all'epoca dei fatti) il risarcimento va riconosciuto per "l'intensa sofferenza dei familiari conviventi per la grave compromissione delle condizioni di salute del congiunto, lo stravolgimento delle abitudini del nucleo famigliare" in quanto l'uomo "ha sostanzialmente bisogno di essere seguito e aiutato in tutte le attività della vita quotidiana, con la conseguente, per lo meno parziale, rinuncia allo svolgimento di altre attività con evidente peggioramento della qualità della vita".
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