Era un ergastolano in fuga Stefano Savasta, ma il destino lo attendeva alla stazione di Verona, dove voleva prendere un treno per sparire. Invece è stato colto da un infarto fulminante che l'ha ucciso.

Solo martedì la Corte di Cassazione aveva confermato nei suoi confronti la pena dell'ergastolo, in quanto ritenuto mandante dell'omicidio del suo rivale in amore, Stefano Cerri, svanito nel nulla nel dicembre del 2006. Savasta era ai domiciliari e ieri probabilmente ha deciso di darsela a gambe allontanandosi dalla sua abitazione di Sirmione per andare a Verona e prendere un treno per Bologna, con in tasca una carta d'identità falsa, la patente vera e 10mila euro in contati.

Quando è arrivato il convoglio ha salito i gradini, poi si è accasciato. Qualcuno ha cercato di aiutarlo, ha chiamato i soccorsi, ma il medico ha potuto solo constatarne la morte, sembra per un infarto fulminante.
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