Perché un padre si armi di martello e coltello e uccida il proprio figlio, come non si farebbe neppure con una bestia, l’esasperazione dev’essere ai confini del sopportabile. Franco Zucca, di origini sarde ma residente a Brescia, dev'essersi trovato in questa condizione, se ieri ha ucciso il figlio Sergio, 40 anni, prima con una martellata in testa poi finendolo con diverse coltellate sulla pancia.

I dissapori però non devono risalire agli ultimi istanti né ai giorni scorsi. Di certo la situazione insostenibile va indietro nel tempo, soprattutto da quando Sergio, sposato e con due figli di 16 e 20 anni, si era separato dalla moglie. Da lì aveva inanellato una serie di sconfitte, anche in campo professionale. Aveva aperto una pescheria in città, ma dopo una gestione infruttuosa aveva dovuto chiudere ed era rimasto senza lavoro. Aveva poi preso un appartamento in affitto, ma di fatto si era quasi stabilito in casa del padre, vicino alla sorella e al fratello che abitavano a poca distanza.

Ieri l'ennesima lite violenta, culminata nell'insano gesto del padre, 72enne, vedovo, impossibilitato a far fronte ai difficili rapporti che si erano instaurati con quel figlio un po’ scontroso e poco accomodante. Un gesto che ha scritto la parola fine sulla vita di un giovane ma anche di un anziano, che vivrà col rimorso e nel dolore per il resto della sua esistenza. Lui stesso ha chiamato i soccorsi, nella vana speranza di riparare al dramma di quella perdita, poi ha avvisato la figlia che ha allertato i carabinieri. Arrestato, l'uomo finora non ha aperto bocca, non ha avuto parole per raccontare quel terribile momento né per tentare una inutile difesa. Perché in cuor suo saprà che non può esserci giustificazione per un padre che uccide il proprio figlio. Ogni genitore si augura di non sopravvivere mai a un figlio in nessuna circostanza, figurarsi quale tormento può vivere chi inverte questo stato naturale di cose.

La giustizia farà come si suol dire il suo corso, ma la condanna più grave Franco Zucca se l'è inferta da solo. E se pietà si deve avere per Sergio, morto a 40 anni, pietà anche per il padre che deve fare i conti con una tragedia forse annunciata.

anna piccioni
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