Ha ucciso suo figlio a coltellate, poi ha meditato un po', fumando una sigaretta, infine ha infierito sul cadavere con un'accetta. Per i periti, Giuseppe Paolino, 73enne di Torre del Greco (Napoli), attualmente sotto processo per omicidio pluriaggravato, era capace d'intendere e volere quel giorno, il 28 agosto 2013, e ora è in grado di partecipare coscientemente al processo.

L'uomo l'anno scorso ha ucciso, a Sant'Alberto, alle porte di Ravenna, suo figlio Nunzio, 36 anni, uno dei suoi tanti figli avuti da due mogli, dopo una discussione. Poi aveva esultato quando i carabinieri lo avevano arrestato. Ora dovrà rispondere di omicidio pluriaggravato: dalla premeditazione, dall'aver colpito un discendente, dalla crudeltà e dalla minorata difesa dato che la vittima quella sera aveva un tasso alcolemico di 2.69. E proprio quest'ultimo dato spiegherebbe come l'anziano, peraltro con una gamba ingessata a causa di un incidente stradale, potesse avere avuto da solo la meglio su un giovane muscoloso e alto più di due metri.
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