Violenza sessuale, danneggiamento, percosse, minaccia, sequestro di persona e violenza privata. E' una lunga sfilza di reati quella che ha portato alla condanna a sette anni e sei mesi di reclusione di M.P., operaio di 48 anni di San Pietro Casale, Bologna. I fatti risalgono al 2009. Quando l'uomo venne arrestato per aver sequestrato e stuprato una ragazzina di soli 16 anni. In particolare, nella notte tra il 21 e il 22 aprile, l'imputato, secondo la ricostruzione dell'accusa, aggredì il ragazzo ventiduenne con cui la giovane aveva una relazione, dopo avergli danneggiato l'auto, tagliando le gomme e rompendo uno specchietto. Poi costrinse la minorenne a salire sulla sua auto, la portò in un luogo isolato, quindi sotto la minaccia di un coltello abusò di lei. Un secondo stupro venne scongiurato per l'intervento del fratello della ragazza, che l'uomo non esitò a picchiare. Il 48enne fu poi arrestato dai carabinieri. La ragazzina e la madre vivevano in una struttura protetta e venivano ospitate a pranzo quotidianamente a casa dell'operaio (la madre e la convivente dell'operaio erano amiche), data la situazione disagiata in cui si trovavano. La giovane, sentita nel processo, ha riferito di anche altri episodi di violenza, avvenuti in precedenza. Nei confronti dell'operaio il pm Antonello Gustapane aveva chiesto una condanna una condanna più dura: nove anni.
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