Per Danilo Restivo "deve essere confermata la condanna a 30 anni di reclusione". E' la richiesta che il sostituto procuratore generale Paolo Canevelli ha presentato ai giudici della Prima sezione penale della Corte di Cassazione nell'ambito del processo sull'omicidio di Elisa Claps, la 16enne i cui resti stono stati trovati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza nel 2010, quasi 17 anni dopo la scomparsa. Per quel delitto è stato condannato in primo e secondo grado Danilo Restivo. Canevelli ha chiesto anche l'eliminazione di alcune aggravanti, che però non hanno alcuna influenza sul trattamento sanzionatorio. "Il movente - ha detto il sostituto - è chiaro ed è stato esaurientemente motivato dalla sentenza di appello: si tratta di un delitto commesso da Restivo per rabbia, a Elisa è stata inflitta una punizione perché non aveva voluto accettare le proposte sessuali avanzate dall'imputato". In realtà, ha aggiunto Canevelli, "manca la prova che Restivo abbia inferito sul cadavere di Elisa, dopo aver colpito più volte la vittima. Per questo, a mio avviso, non si può configurare l'aggravante della crudeltà, specie in un caso come questo in cui l'arma, probabilmente un piccolo coltello, non è mai stata trovata". La richiesta ai giudici è quindi quella di annullare senza rinvio la condanna inflitta all'imputato dalla Corte d'Assise d'Appello di Salerno "limitatamente all'aggravante" suddetta, ma la condanna rimarrebbe inalterata.

Restivo è stato condannato anche nel Regno Unito per l'omicidio di Heather Barnett, e sta scontando in carcere la condanna all'ergastolo.
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