Nell'omicidio apparentemente con poche ombre di Teodolinda Capitani, l'84enne uccisa venerdì a Bologna dalla donna che lavorava da lei come collaboratrice domestica, Ilenia Oggiano, che ha confessato il delitto, rimane un giallo legato alla chiusura a chiave della porta dell'appartamento in via Borgatti. L'impressione è che gli inquirenti risentiranno a breve l'indagata perché ritengono necessario approfondire proprio il momento in cui la donna ha lasciato l'appartamento, dopo aver ucciso la vittima e prima di chiamare lei stessa i soccorsi. "Sicuramente - ha detto il procuratore aggiunto portavoce della Procura, Valter Giovannini - verrà risentita dalla Pm Beatrice Ronchi perché a distanza di alcuni giorni potrebbe aver migliorato il proprio ricordo dei fatti". Gli investigatori, infatti, hanno motivo di ritenere che la porta sia stata chiusa con delle mandate di chiave e così è stata trovata all'arrivo dei carabinieri. Sul punto, però, nell'interrogatorio la 35enne sarda ha ripetuto con sicurezza di essersi tirata dietro la porta. Inoltre non è stata trovata in possesso di chiavi, mentre i due mazzi di cui si sapeva l'esistenza sono stati recuperati. E' da sciogliere il dubbio su chi abbia chiuso la porta a chiave.
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