"Papa Wojtyla mi è apparso in sogno e mi ha detto: "Pentiti". Per questo ho deciso di collaborare con la giustizia". Spiega così la sua decisione di redimersi, Giuseppe Setola, il capo dell'ala stragista del clan dei Casalesi. Il killer della camorra continua ad essere ascoltato dalla Procura Antimafia di Napoli. Setola, tra l'altro, è accusato di aver organizzato l'omicidio dell'imprenditore Domenico Noviello, assassinato nel 2008 come "esempio" per le altre vittime del pizzo reticenti a pagare le tangenti al clan. Anche dell'assassinio ha parlato oggi Setola, collegato in videoconferenza dal carcere di Milano-Opera dove è rinchiuso. "Pochi minuti dopo l'omicidio di Noviello - ha raccontato - venne da me Massimo Napolano e mi diede un bacio in bocca dicendo che il delitto era stato fatto. E Massimo Alfiero mi disse che avevano festeggiato il delitto con Francesco Cirillo (altro imputato nel processo, ndr) il quale aveva stappato una bottiglia di champagne. Questa era un'usanza del clan dei Casalesi". Sul pentimento di Setola ha speso parole dure Mimma Noviello, figlia dell'imprenditore ucciso, anch'essa in aula. "Sono qui a testimoniare che non deve passare il messaggio che con scuse e pentimenti annunciati si possono cancellare 46 vite umane. Finiamola con il Setola Show, il protagonista non deve essere lui". Sempre durante l'udienza, il presidente della Corte d'Assise Maria Alaia ha specificato che Setola "è un imputato che sta facendo dichiarazioni la cui attendibilità andrà valutata". Rispondendo poi, in sede di controesame, alla domanda del suo legale Rachele Merola, il boss pentito ha affermato: "Non ce la faccio più con questa malavita, mi voglio fare tutti i sette ergastoli e voglio chiedere scusa ai Noviello". Poi lo stesso boss spiega perché ordinò l'uccisione dell'imprenditore: "Ho deciso di far uccidere Noviello prima di tutto perché aveva fatto prendere sei anni a Francesco Cirillo, quindi perché il clan in quel periodo stava inguaiato, non avevamo di che mangiare, così dovevamo uccidere un imprenditore che aveva denunciato per costringere anche gli altri a pagare".
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