Un uomo di circa 30 anni, di nazionalità tunisina, ha iniziato lo sciopero della fame alcuni giorni fa cucendosi le labbra "per protesta contro una reclusione ingiusta e contro le condizioni disumane in cui si vive in questi lager". Fatì, questo il suo nome, è rinchiuso al Cie (Centro identificazione ed espulsione) di Bari. E' stato anche portato in ospedale, ma rifiuta di interrompere la sua protesta. Dal collettivo antirazzista "Rivoltiamo il Sud" spiegano che l'uomo è arrivato dal Cie di Ponte Galeria (Roma), è in Italia da quando era un bambino, circa 24 anni fa, "e non si capisce per quale motivo sia stato rinchiuso al Cie". Otto giorni fa ha cominciato a non mangiare e da due giorni non beve, dopo essersi cucito le labbra.
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