"Ripete sempre la stessa frase e non riesce a darsi pace: 'perché non sono riuscito a liberarli'". E' la condizione disperata di Rosario Mulone, il carabiniere di 46 anni che ieri ha perso i due figli nella esplosione dei vulcanelli nella riserva di Maccalube, ad Aragona (Agrigento). A riferire la circostanza è il cappellano militare dei Carabinieri della Legione Sicilia, don Salvatore Falzone, rimasto in ospedale fino a tarda notte e poi tornato stamane per dare conforto a Rosario e alla moglie Giovanna Lucchese. "Stanotte non hanno dormito - aggiunge il religioso - abbiamo cercato di dare loro conforto e i carabinieri hanno istituito un presidio permanente davanti all'ingresso della loro stanza. Entrambi si chiedono ripetutamente il perché di questa tragedia e Rosario continua a dire: 'li avevo per manò". "Piangono - conclude don Falzone - e ogni tanto si abbracciano. Ho provato a spiegare loro che non ci esistono spiegazione razionali per una tragedia di questa entità, ma solo la fede può dare loro conforto".
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