"Una logica prettamente scientifica, che tenga conto dei non pochi parametri che si è tentato di sviscerare in questa sede, non consente di diagnosticare in maniera inequivoca le tracce lasciate da ignoto 1 sui vestiti di Yara". E' una dei punti della relazione del Ris su cui poggia l'istanza di scarcerazione, rigettata dal gip, dei legali di Bossetti.

Nell'istanza di scarcerazione, rigettata dal gip ma i cui argomenti saranno con tutta probabilità riproposti al Tribunale del Riesame di Brescia gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni cercano di smontare quello che per l'accusa costituisce il "faro dell'indagine", ovvero il Dna trovato su corpo di Yara. I legali riportano anche quella parte della relazione in cui è scritto che "pare quantomeno discutibile come ad una eventuale degradazione proteica della traccia non sia corrisposta una analoga degradazione del Dna". Questo per sottolineare come per la difesa il Dna "non sia un elemento così scevro da dubbi, tanto da essere individuato sempre dai medesimi Ris come 'quantomeno discutibile'. "In buona sostanza - scrivono i legali - a parere della scrivente difesa, le enunciate certezze scientifiche paiono espresse secondo un criterio di ragionevolezza, principio più tipico del disquisire giuridico che dell'argomentare scientifico".
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