Morbo di Parkinson, insonnia, bronchite cronica, ossessioni, claustrofobia. Sono solo alcune delle patologie insorte nei passeggeri scampati al naufragio della Costa Concordia. Una choccante serie di incubi con cui chi era a bordo della nave arenatasi all'Isola del Giglio nel gennaio 2012 è costretto a convivere. Il lungo elenco di tristi storie è stato presentato ai giudici di Grosseto, nel corso del processo sul disastro. Storie come quella di un uomo di Bologna, che - a detta dei medici delle parti civili - in seguito al trauma subito quella notte maledetta ha sviluppato il Parkinson, o di una donna che, sempre per il trauma, oggi deve fare i conti sintomi premonitori di una demenza senile. E poi ci sono i passeggeri che non riescono più a dormire, che hanno difficoltà nelle relazioni sociali. Oppure che sono ossessionati dal naufragio sino a non riuscire a parlare d'altro. E ancora: costante paura di morire, stress, timore di entrare nei luoghi chiusi e anche soltanto di prendere l'ascensore, per essere rimasti intrappolati al buio, all'interno della nave rovesciata alla disperata ricerca di una via di fuga. Danni post-traumatici, anche molto gravi, per i quali gli avvocati delle parti civili chiedono ora il risarcimento all'imputato Francesco Schettino e alla Costa Crociere spa.
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