Lei è quella che è stata accoltellata dal suo ex, e vive sotto scorta. Lui, invece, è a casa, agli arresti domiciliari. Laura Roveri, la 25enne veronese che il 12 aprile scorso, fuori da una discoteca di Vicenza, è stata aggredita dal suo ex fidanzato, Enrico Sganzerla, commercialista di 42 anni, si sfoga su Facebook: "Ho rischiato la vita due volte, quando mi ha accoltellata e quando, alcuni giorni dopo, hanno dovuto operarmi d'urgenza per un aneurisma. Ai giudici, però, evidentemente non è bastato per punirlo - scrive la giovane - E siccome mi sono salvata, a soli cinque mesi di distanza da quando ha cercato di uccidermi gli hanno concesso già gli arresti domiciliari nella casa dei suoi genitori". Per Laura "questo è un insulto". "A cosa servono prevenzione e sensibilizzazione, se poi il trattamento giudiziario che spetta a un omicida mancato è un soggiorno a casa con mamma e papà?". Sganzerla, dopo l'arresto, è rimasto in carcere fino al 7 giugno, quando ha ottenuto i domiciliari in una clinica per "compiere un percorso terapeutico e rieducativo". Da martedì scorso il gip di Vicenza Dario Morsiani con l'assenso del pm gli ha concesso i domiciliari nella casa dei genitori, una decina di chilometri dal luogo in cui vive Laura. Ed è lei che, invece, si sente in prigione: "Per tutelarmi e sopperire alle carenze e alle falle della giustizia - accusa lei - devono intervenire le forze dell'ordine per proteggermi visto che abitiamo a soli dieci minuti di strada. Se questa è giustizia, allora in Italia la giustizia non esiste".
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