Non è possibile eliminare dai Codici il divieto di ricostruire il partito fascista e nemmeno quello di fare il saluto romano tanto caro ai seguaci di Benito Mussolini. Lo dice la Corte di Cassazione, che ha confermato la condanna a due militanti di estrema destra vicini a Casapound, finiti sotto processo proprio per aver alzato il braccio destro durante un raduno, gridando "Presente!". Secondo i magistrati, infatti, ci sono ancora rischi di "rigurgiti antidemocratici - come indicano i tanti recenti episodi avvenuti in Europa - che rendono necessario mantenere in vigore la legge Scelba". Quella che, appunto, vieta di inneggiare al Ventennio.

I supremi giudici della Prima sezione penale (sentenza 37577), in particolare, hanno rilevato che "nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall'entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe". Con questa risposta, gli ermellini hanno quindi respinto la tesi degli imputati - Andrea B. e Mirko G. - che sostenevano l'assenza di "lesività" dei comportamenti da loro tenuti e la necessità di depenalizzare i retaggi del reato di opinione per via del "mutato clima politico" e delle norme internazionali sulla libera manifestazione delle opinioni.
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