Per non finire dietro le sbarre ha provato a fare come Roberto Benigni. O, meglio, come Dante, il personaggio interpretato da ques'utlimo nel film "Johnny Stecchino", che truffava il dottor Randazzo l'assicurazione simulando un improbabile tic, dovuto a un incidente, che lo costringeva a muovere continuamente la mano destra. Il trucco di Nicola Geraci, detto detto Biscottino, 39 anni, accusato di mafia, non ha però ingannato gli inquirenti. L'uomo, infatti, per ottenere la scarcerazione, ha cercato di farsi passare per pazzo, farneticando, invocando la "mamma" e agitando le mani come un ossesso. Ma i sintomi della presunta incapacità di intendere e di volere che i suoi legali hanno indicato nell'istanza di liberazione, non hanno convinto lo psicologo dell'accusa che, dopo vari colloqui, ha concluso che "Biscottino" è senza dubbio sano di mente. E così, dopo un incidente probatorio, il gip di Palermo ha respinto la domanda degli avvocati del presunto mafioso che è stato arrestato nel giugno scorso su ordine della dda nell'ambito dell'inchiesta "Apocalisse". Un'indagine che ha portato in carcere complessivamente 94 tra boss e gregari delle cosche mafiose palermitane di Resuttana e San Lorenzo.
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