Almeno tre secondi: tanto deve durare il giallo al semaforo affinché la multa per chi è passato col rosso sia valida. E, seppure lo scarto fosse minimo, appena una frazione di secondo, l'automobilista che va di fretta e non si ferma all'incrocio non può appigliarsi a un giallo troppo breve per fare a tempo a frenare. Lo chiarisce la Cassazione, dando ragione al Comune di Montevecchia, in provincia di Lecco, nei confronti di una donna cui il giudice di pace aveva abbonato la multa poiché il rosso era scattato dopo poco meno di quattro secondi. Rinviando al tribunale per confermare la contravvenzione, la sesta sezione civile della Cassazione (con sentenza numero 18470) non ha ammesso il minino scarto apposto dalla signora per scagionarsi. E ha spiegato che "l'automobilista deve adeguare la velocità allo stato dei luoghi" e, sebbene il codice della strada non indichi la durata minima del "giallo", viene fatta valere una risoluzione del ministero dei Trasporti che "regola il tempo minimo di durata" della luce gialla "che non può mai essere inferiore a tre secondi". Questo perché, spiegano i giudici è quello il tempo di arresto necessario per un veicolo che proceda ad una velocità di 50 chilometri all'ora. "Con la conseguenza - conclude la sentenza - che una durata superiore deve senz'altro ritenersi congrua".
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