Giancarlo Galan ha vissuto il suo primo giorno da detenuto in una cella singola del centro clinico del carcere di Opera. Secondo quanto si è appreso, ha passato la notte tranquillamente e ora dovrà aspettare venerdì prossimo, quando sarà sentito per rogatoria dal gip di Milano Cristina Di Censo, per conoscere il suo immediato futuro giudiziario. I suoi legali hanno presentato richiesta di scarcerazione al Tribunale del riesame di Venezia, ma anche qui i tempi non saranno rapidissimi: i giudici hanno a disposizione una settimana.

Le polemiche restano forti sugli ultimi giorni trascorsi in libertà dall'ex ministro. In particolare quell'ultima convulsa giornata di ieri, quando Galan nel giro di poche ore è passato da paziente appena dimesso dall'ospedale, a indagato raggiunto dall'ordinanza di custodia cautelare per corruzione che lo inseguiva da un mese e mezzo, con il placet della Camera. I magistrati della Procura di Venezia vogliono capire perché un paziente ritenuto fino a una settimana prima "intrasportabile", per i problemi circolatori connessi all'ingessatura alla gamba, sia stato così velocemente mandato a casa dai medici dell'ospedale di Este. Per di più giusto nel momento in cui Montecitorio votava il sì all'arresto. Per questo hanno inviato la Guardia di Finanza a porre sotto sequestro nel nosocomio la cartella clinica di Galan, dimesso ieri dopo 12 giorni di degenza per una tromboflebite e per altri problemi legati al diabete. Per i medici di Este non c'è nessun mistero né dietrologia dietro le dimissioni lampo del deputato di Forza Italia. "Il paziente - ha spiegato il direttore medico, Enrico Agnoletto - è stato dimesso quando si è avuta conferma che il quadro degli esami e quello clinico si erano stabilizzati, e poteva andare a domicilio". "Noi agiamo come medici - ha aggiunto - non valutiamo altre ragioni".
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