Mentre la Costa Concordia si appresta a lasciare l'Isola del Giglio (partenza prevista mercoledì) per arrivare (entro domenica) a Genova dove verrà smantellata, diciotto sindaci corsi, tra cui quello di Bastia, e numerosi altri rappresentanti di enti locali e associazioni del nord della Corsica, hanno diffuso oggi un "appello" in cui "denunciano la politica del fatto compiuto messa in atto fino ad oggi dallo Stato italiano" sullo spostamento della nave, e chiedono all'Italia "il rinvio di tutte le operazioni di rimorchio" fino a quando non saranno fornite "risposte chiare, precise e credibili sulle garanzie fondamentali" in materia di tutela dell'ambiente. In particolare, riferisce il testo dell'appello diffuso dal portavoce del municipio di Bastia, gli eletti isolani chiedono precisazioni su "pertinenza del luogo di smantellamento", ovvero della scelta del porto di Genova invece di quello "molto più vicino" di Piombino. Nel mirino, in particolare, la "scelta del tragitto in prossimità delle coste corse, e in particolare in seno al perimetro del futuro parco marino di Cap Corse, tra tutti quelli possibili", chiedendo rassicurazioni anche "sull'assenza di rischio di rottura della nave durante il tragitto". Non solo. I sindaci in rivolta minacciano di organizzare, "se le operazioni saranno intraprese nei prossimi giorni e secondo il tragitto previsto", manifestazioni "a terra e in mare" al passaggio della Concordia.
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