Voleva rapinarlo dei soldi e alla fine l'ha ucciso, dandogli fuoco quando era ancora vivo. Ma Adelina Vecchione, 40 anni, è stata arrestata dai carabinieri per l'omicidio di Felice Paduano, il 74enne trovato carbonizzato a Casamerciano (Napoli) il 23 marzo scorso.

A "incastrarla" è stata un'intercettazione telefonica avvenuta il 17 giugno scorso durante la quale la donna, che faceva parte di una banda al femminile che rapinava anziani, racconta a un'amica, Domenica Sepe, quello che aveva fatto. Adelina, dopo aver deriso i carabinieri che non erano riusciti a risolvere il caso, dice che, dopo aver appiccato le fiamme, quando l'auto era ormai semidistrutta, aveva iniziato a piovere e l'acqua l'aveva aiutata a cancellare le tracce. La scena, poi, le aveva provocato il vomito. La spietata killer spiega in quali condizioni aveva trovato Paduano: il giorno prima lo aveva narcotizzato - e gli aveva fatto credere di voler avere con lui un rapporto sessuale - e derubato, e il giorno dopo era tornata a cercarlo: "Allora, i vetri erano appannati. Respirava, però stava morendo - si sente nella registrazione - in un mare d'acqua, si sentiva una puzza di pipì". Sepe chiede: "Come in un mare d'acqua?". L'amica chiarisce: "Perché aveva sudato. Tutto spugnato, e poi ci stava una puzza di pipì là dentro... Quindi, anche se non avrei fatto quella cosa, comunque sarebbe uscito scemo. Quelle sono le cose di quella medicina". Vecchione si riferisce al fatto che aveva somministrato alla vittima, secondo il gip, un enorme quantitativo di medicina, per cui, se non fosse morto, Paduano avrebbe riportato danni cerebrali irreversibili. Adelina Vecchione spiega poi come aveva derubato l'anziano lasciando impronte ovunque: di qui la necessità di cancellarle dando fuoco all'auto nella quale l'uomo agonizzava.
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