E' drammatica la ricostruzione della strage compiuta da Carlo Lissi sabato sera nella casa di Motta Visconti (Milano), in cui ha ammazzato con un coltello la moglie Cristina Omis e i loro due figli.

Intorno alle 23 marito e moglie hanno un rapporto sessuale sul divano del soggiorno, poi lei resta sul divano a guardare la tv, mentre lui si alza e va in cucina. Beve un bicchiere d'acqua e quando torna ha in mano un lungo coltello. Va alle spalle della moglie e la colpisce all'altezza delle spalle. Lei scatta in avanti, si gira, lo guarda negli occhi: "Carlo, che stai facendo, perché?", grida. E sono proprio quegli urli che i vicini scambiano per incitamento alla partita dell'Italia, anche se quella non è neanche iniziata. Come risposta, Cristina ottiene un pugno e stramazza a terra. Lì lui la colpisce ancora con altri 3 o 4 fendenti all'addome e alla schiena. Sale le scale e va al piano di sopra, entra nella cameretta della figlia di 5 anni, che dorme. Le poggia una mano sul collo e con l'altra affonda tutto il coltello nella piccola gola. La bimba passa dal sonno alla morte. Va nell'altra stanza, dove si trova il figlio di 20 mesi, anche lui addormentato. Gli piazza il coltello nella gola mentre gli tiene fermo il collo, uccidendolo all'istante.

A quel punto scende in cantina, mentre si trova ancora in mutante: fa una doccia, si veste, ha un appuntamento con un amico per vedere la partita. Esce di casa, sale sull'auto, si ferma poche centinaia di metri dopo e butta il coltello in un tombino, poi va al pub. Guarda la partita, esulta per i due gol della Nazionale, e alle 2 di notte rientra. Lancia l'allarme: "Hanno ammazzato mia moglie e i miei due figli", parlando di inesistenti rapinatori che volevano svaligiare la cassaforte.
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