Un presunto boss della 'ndrangheta risulterebbe dipendente di una società riconducibile a Rtl Radio srl, l'azienda che gestisce la famosa emittente radiofonica che trasmette sui 102.5. Un contratto associato a uno stipendio cui però non corrisponderebbero effettive ore di lavoro. Per vederci chiaro, la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha disposto perquisizioni e sequestri di documenti nelle sedi di Rtl a Bergamo, Roma, Napoli e a Cologno Monzese, alle porte di Milano. Il blitz è scattato oggi e sarebbe collegato a un'inchiesta sul clan dei Tripodi di Vibo Valentia il cui presunto capo, Nicola Tripodi, risultava appunto alle dipendenze della "Gesti.Tel srl", ritenuta dagli inquirenti una società di fatto del Gruppo Rtl. Quest'ultimo ha diffuso una nota tramite il proprio ufficio stampa, dove si legge: "Il Gruppo Rtl 102.5 ha ricevuto oggi la richiesta di produrre i documenti, relativi ai rapporti di lavoro intercorsi con persone oggetto di indagine penale. Gli uffici di Rtl 102.5 hanno immediatamente fornito tutta la documentazione richiesta e collaborato pienamente alla connessa perquisizione. Tutti i documenti forniti - prosegue il comunicato - attestano la totale liceità dei rapporti da noi intrattenuti. Per il resto, il Gruppo Rtl 102.5 non ha nulla a che vedere con quanto contestato agli indagati".
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