Era morto tra le braccia della madre Mirò, due anni appena, che abitava a sulle alture di Genova con la sua mamma e il padre del suo fratellino più piccolo. Una morte arrivata dopo due giorni di "brividi e tremori", uno stato che sembrava una febbre, diceva sua madre. Uno stato che faceva pensare alla meningite, comunque una morte che non aveva mai convinto del tutto il pubblico ministero che già allora dispose l'autopsia sul corpicino del piccolo e che la scorsa settimana, ricevuti i risultati degli esami tossicologici sui liquidi e sugli organi di Mirò, ha deciso di indagare sua madre per omicidio colposo. Dagli esami infatti sembra che Mirò abbia assunto difenilpropilamina, un oppioide sintetico e che per quello sia morto. La storia riporta al 31 ottobre 2013 quando la donna, che ha appena partorito il fratellino di Mirò, figlio del suo attuale compagno, chiama il 118 e dice che Mirò sta male, dorme, trema e non vuole svegliarsi. Il medico per telefono guida la donna nelle tecniche di rianimazione ma per Mirò non c'è nulla da fare. Il bimbo viene portato a medicina legale, viene eseguita l'autopsia che esclude problemi al cuore, si sospetta la meningite. Ma una risposta è affidata all'esame tossicologico, una prassi nell'esame autoptico. E infine l'esame arriva: i test hanno trovato nei tessuti dell'intestino e nel liquidi biologici tracce significative di un oppioide sintetico simile al metadone. Appena il magistrato ha ricevuto le analisi dell'esame tossicologico ha disposto l'iscrizione nel registro degli indagati la madre per omicidio colposo. Si tratta di capire se Mirò ha assunto il metadone per caso oppure no, se nel'abitazione ci fosse del metadone e chi ne facesse uso, se il flacone sia stato lasciato incustodito. Intanto, ma per gli inquirenti si tratta di una coincidenza, nella stessa giornata il tribunale dei minori di Genova ha disposto l'allontanamento dell'ultimo figlio della donna dal nucleo familiare per indigenza. In poche parole, la nuova coppia non sarebbe in grado di mantenere l'ultimo nato. Così venerdì a Rapallo, i carabinieri hanno accompagnato gli assistenti sociali a prelevare i due genitori e il bambino che si trovavano in piazza. Una volta portati in caserma la donna ha saputo di essere indagata per la morte di Mirò mentre il piccolino veniva dato alle cure degli assistenti sociali. La donna ha un terzo figlio, che oggi ha otto anni e che è stato affidato al padre. Mirò un padre non l'aveva più: si era suicidato in carcere quando lui era nato.
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