Sembra il racconto della tragedia del Titanic quello fatto oggi al teatro Moderno di Grosseto dall'hotel director della Costa Concordia Manrico Giampedroni, all'udienza per il naufragio della nave avvenuto il 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio.

Durante le procedure di emergenza, Giampedroni ha raccontato di non essere mai stato contattato dal comandante Francesco Schettino mentre tentava di far evacuare i passeggeri avviandoli, insieme al personale, ai punti riunione per salire poi sulle scialuppe. "Ho fatto controllare le cabine e verificare che fossero tutti fuori - ha detto - cosa che ho comunicato alla plancia via radio ma non ebbi risposta". "Rimasi 36 ore sdraiato dentro la Costa Concordia nell'acqua fredda che mi arrivava alla gola, con una frattura alla gamba sinistra, un trauma cranico. Avevo perso il telefonino, sbattei una padella per farmi sentire ed essere salvato". "Le pareti sono diventate pavimento - ha aggiunto - e risalii sul lato sinistro dove i passeggeri aspettavano il loro turno. La maggior parte evacuava con la biscaggina, ma ne vedo circa 20 che erano distaccati dal gruppo principale, allora mi avvicino per essere l'ultimo dietro di loro. Nel raggiungere queste persone camminavo sulle pareti, anche sulle porte. Alcune di queste erano verso l'esterno, ma una si apriva a rovescio così sono caduto di sotto al ponte 3. Oltre a rompermi una gamba, ebbi un trauma cranico, rimasi con l'acqua alla gola 36 ore". Giampedroni ha ricevuto una medaglia d'oro dal Senato e ha patteggiato 2 anni e 6 mesi per omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose, non avendo, secondo il giudice, effettuato quanto previsto dai protocolli di abbandono della nave in caso di naufragio.
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