La Asl Roma B smentisce tutto: la donna che ha denunciato di aver dovuto abortire nel bagno dell'ospedale senza alcuna assistenza perché circondata da personale obiettore di coscienza è stata "seguita da due medici non obiettori", e l'espulsione del feto sarebbe avvenuta "nella stanza di degenza".

Dopo le informazioni diffuse nei giorni scorsi dalla coppia coinvolta nella vicenda, la Asl ha effettuato una verifica su quanto sarebbe accaduto all'ospedale Pertini nel 2010, dalla quale è risultato che "la signora Valentina è stata seguita dal personale che ha l'obbligo dell'assistenza anche nel caso di obiezione di coscienza. Nel caso specifico due medici non obiettori che fanno parte dell'equipe istituzionalmente preposta all'Ivg (interruzione volontaria di gravidanza, ndr). Pur comprendendo il disagio dovuto al lungo periodo di travaglio - si legge in una nota - si fa presente che la rapidità della fase espulsiva del feto, avvenuta nella stanza di degenza alle ore 3 della notte, è un evento assai comune per il periodo gestazionale. La signora Valentina comunque è stata prontamente assistita e avviata alla sala parto per le successive procedure previste nel post parto".
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